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Institut Inimii

Una nuova missione dell’associazione, a Cluj, per aiutare i medici del locale “ospedale del cuore”.

Come le altre volte siamo arrivati carichi di attrezzature e di medicinali e come al solito veniamo fermati alla dogana e interrogati sul contenuto dei nostri scatoloni… ma ovviamente il dottor Vanini, con le sue esaurienti delucidazioni, ha la meglio anche sul più severo e diffidente dei doganieri.

Subito prendiamo contatti con l’ospedale e con i colleghi che ci accoglieranno e con cui collaboreremo.
La burocrazia come al solito ci sommerge; spesso sono maggiori i problemi tecnico-organizzativi che non le severe patologie dei nostri piccoli pazienti.
Non è un momento facile e chi ha a cuore la chirurgia pediatrica teme che la chirurgia dell’adulto, più semplice e redditizia, tolga sempre più risorse all’attività sui bambini. Per far funzionare bene il servizio si dovrebbe disporre di spazi propri indipendenti e non elemosinare al settore degli adulti letti, sale operatorie e posti in terapia intensiva. Inoltre è indispensabile una equipe dedicata, che faccia solo bambini, come in tutto il mondo dove la sanità è più avanzata, per raggiungere e mantenere una buona esperienza chirurgica.

Il nostro obiettivo primario è ora quello di concentrarci sui piccoli pazienti perciò, nonostante tutto, iniziamo la consueta programmazione.
Ci sono due bambini Down, una bambina di due anni che si chiama Iarina e un bambino di nome Josef. Poi c’è una bellissima bambina di dieci anni, sola in ospedale, perché la madre deve accudire il fratellino di pochi mesi a casa, a Costanza sul mar Nero, a oltre ottocento chilometri da qui. Si chiama Alexandra ed è molto matura. C’è Andreea, una bambina di sette chili, già operata da noi il novembre scorso, che aspetta l’intervento definitivo. Poi c’è Catalin e infine Andra, tre mesi, con un difetto interventricolare semplice.

Nei primi due giorni ci dedichiamo ai due piccoli Down; non è facile lavorare in ambiente straniero, con la responsabilità di fare bene, perché sono molte le aspettative che hanno su di noi i genitori dei piccoli pazienti e anche i colleghi. I primi due interventi vanno bene e ci apprestiamo a seguirne il recupero in terapia intensiva.
Ci sono molte variabili da controllare e per certi versi l’intervento chirurgico in sé è una delle cose meno complicate; il personale di terapia intensiva, per quanto molto efficiente e volenteroso, non è avvezzo a gestire bambini così piccoli. Gli stessi colleghi non riescono sempre adeguatamente a trattare il loro dolore e ad interpretare variazioni anche minime.
Nonostante tutte queste difficoltà i piccoli si riprendono rapidamente.
Anche Alexandra, nonostante la lieve ipertensione polmonare, in seconda giornata dall’intervento saltella allegramente e gioca con la Barbie che ci ha chiesto con un sorriso e che ovviamente le abbiamo regalato.
L’intervento di Andreea ha avuto pure buon esito, anche se è stato necessario ritornare in sala operatoria per adeguare il bendaggio sulla polmonare.

La settimana volge al termine; prima della nostra partenza tutti i piccoli sono ormai estubati.
Su iniziativa dell’associazione locale ”Inima Copiilor” ( www.theheartofchildren.ro ) che è affiliata alla nostra, sono stati acquistati nuovi macchinari da dedicare alla cardiochirurgia pediatrica di questo reparto. Quando torneremo per la prossima missione li inaugureremo insieme alle autorità locali e confidiamo che siano davvero utili per far crescere questo team e metterlo in grado di essere una vera risposta ai bisogni dei bambini cardiopatici della Romania.

Sicuramente la strada sarà ancora molto lunga, ma confidiamo molto nell’impegno e nell’entusiasmo dimostrato dai cardiochirurgi e dai cardiologi locali e li salutiamo in attesa della prossima missione.

L’equipe italiana:
dott. Vittorio Vanini, cardiochirurgo
dott. Italo Borini, cardiochirurgo
dott. Pierantonio Furfori, anestesista
dott.ssa Claudia Grattarola, anestesista
sig. Giuseppe Ghislandi, perfusionista